Il termine significa la presenza di calcoli in colecisti (o cistifellea). Quest’ultimo è l’organo deputato a svolgere il ruolo di “serbatoio” della bile. La bile a sua volta è formata nel fegato e, attraverso le vie biliari, trasportata all’interno del lume intestinale per favorire i processi digestivi. La colecisti si trova collegata, attraverso un piccolo tubo denominato dotto cistico, alle vie biliari.

Sintomi

Dolore localizzato inizialmente in epigastrio e successivamente con irradiazione all’ipocondrio destro. Il dolore è di breve durata e di intensità variabile e post prandiale; causato da un ostacolo al deflusso della bile. Il paziente può rimanere sintomatico o avere dispepsia.

Fattori di Rischio

La colelitiasi è detta, in americano, malattia delle quattro F: Female, Fat, Fertility, Forty. Sono le donne in età fertile (intorno ai 40 anni) ad essere più a rischio. Altri fattori che aumentano la probabilità di sviluppo della patologia sono: ipertensione, dislipidemia,diabete, terapia con estrogeni e fibrosi cistica.

Complicanze

Se il calcolo è piccolo può andare frequentemente ad incunearsi nel coledoco e incastrarsi a livello della papilla del Vater causando ittero ostruttivo con conseguente pancreatite. Altra complicanza frequente è la colecistite, idrope e epatite,ileo biliare,carcinoma della colecisti.

Diagnosi

L’esame di prima scelta per la colelitiasi è l’ecografia addome: il calcolo appare calcifico e ipoecogeno con cono d’ombra a valle.

Terapia

La terapia può essere :

medico-farmacologica con acido ursodesossicolico per calcoli piccoli (di diametro meno di 5 mm)e di colesterolo puro o fango biliare.
chirurgica, colecistectomia classica o laparoscopica.

L’INTERVENTO DI COLECISTECTOMIA
La sola rimozione dei calcoli non è curativa perché lasciando in sito la colecisti questa tornerà sicuramente a riformare nuovi calcoli. Ecco perché è ampiamente dimostrato come l’intervento corretto sia quello di asportare la colecisti con dentro i calcoli.

Sino alla fine degli anni ottanta l’unica tecnica possibile era quella dell’asportazione della colecisti mediante laparotomia, cioè attraverso un’incisione di circa 15-20 cm. sotto l’arco costale destro.
Con gli anni novanta è stata messa a punto la tecnica laparoscopica. Questa si realizza mediante quattro piccole incisioni di circa 1 cm. sulla cute addominale. Con questa tecnica si asporta la colecisti sotto il controllo di una telecamera introdotta anch’essa in addome.

Occorre però dire che non tutti i casi possono essere completati con la tecnica laparoscopica. Il chirurgo può infatti iniziare con tecnica laparoscopica e poi passare a quella laparotomica (cioè con l’incisione sottocostale) nel caso in cui vi siano difficoltà tecniche. Quest’ultime sono generalmente rappresentate da anomalie anatomiche, gravi infiammazioni della colecisti e delle vie biliari, imponenti aderenze all’interno dell’addome dovute a precedenti interventi chirurgici.

INDICAZIONI PER IL PERIODO DI CONVALESCENZA POST-OPERATORIO DEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A COLECISTECTOMIA LAPAROSCOPICA

Attività fisica:

Non è necessario limitare l’abituale attività fisica.
Non bisogna mettersi alla guida di un’automobile nelle prime 48 ore dopo l’intervento, soprattutto nel caso si assumano farmaci antidolorifici.
Dieta: Una volta dimessi, i pazienti possono seguire le loro abitudini alimentari ma devono evitare i cibi molto elaborati o ricchi in grassi e le uova per almeno 20 giorni.

Convalescenza:

E’necessaria circa una settimana di convalescenza per riacquisire a pieno le forze e ristabilirsi completamente.
Rientrano nel normale decorso post-operatorio disturbi quali l’eccessiva stanchezza, la perdita di appetito, il cambiamento delle abitudini intestinali e la dolorabilità della ferita chirurgica; tali sintomi abitualmente si risolvono in circa 7 giorni.
Il paziente potrà accusare dolore alle spalle ed al torace nelle prime 48 ore dopo l’intervento: tali disturbi sono causati dal diossido di carbonio, gas utilizzato durante l’operazione, e scompaiono quando questo gas viene riassorbito dall’organismo.